Di Giuliana Giannattasio
L’ errore più comune che si commette nel giocare con il gattino appena arrivato in casa, costerà tutte le lamentele degli adottanti nei mesi successivi.
È per questo che non incoraggio mai il binomio tanto ambito ” gattino/bambino”.
Il gioco più divertente per tutti, gatti e umani quando il piccolo vuole scatenarsi, è giocare con le mani!
Pratica altamente sconsigliata già da molto cuccioli, difficilmente contenibile se in casa c’è un bimbo piccolo.
Il danno di un gattino di un paio di mesi é sicuramente irrisorio e vince il divertimento di entrambi. Il problema vero si presenta in seguito, quando crescendo l’ abitudine resterà ben radicata ma il micio ci farà male, si scatenerà in un gioco che non è destinato a questo rapporto.
Ed è qui che molti, ignorando la realtà dei fatti e non conoscendo il gatto, lo definiscono “aggressivo”!
Il gatto è un animale per natura pacifico, che evita, rimanda il più possibile ogni forma di scontro diretto anche quando necessaria, con i suoi simili. Il gatto scappa dall’ umano quando ne è intimorito, di certo non lo aggredisce. Ogni gatto è a sé, si intende, ma il micio che si avventa sul bimbo o su un adulto, che ne assalta le mani, è un gatto non adeguatamente gestito nella sfera ludica con conseguenze imputabili solo ed esclusivamente a noi!
La prima cosa da fare è non giocare mai con le mani! In generale tutti i cuccioli, anche di cane, sono attratti dal loro movimento, per cui fermarle significa non renderle più interessanti, il gioco si esaurisce naturalmente in pochi secondi. Agitarsi o scacciare il cucciolo peggiora le cose alimentando il meccanismo! Idem per i piedi sotto le coperte durante la notte.
Ma perché sono tanto attratti dalle mani ?
Nella cucciolata la fase del gioco più evoluta prevede lotte tra i fratelli, calcetti, morsettini, agguati, una simulazione ludica nella fase del “game” ( gioco con altri ) e non più “play” ( gioco da solo, morendo la mia codina ad esempio ).
Per questo si consiglia sempre un’ adozione di coppia di due fratellini o compagnia per il primo arrivato, anche se adulto.
Lo stesso “game” nel gatto è simulazione di caccia. Ciò che è in movimento, dunque le stesse mani, sono simbolicamente la preda da catturare. È questo il tempo, dai 50 giorni in su, in cui le mamme gatte insegnano ai loro piccini come catturare una preda e lo fanno proprio attraverso il gioco, come nei nostri percorsi di apprendimento per bambini.
E alla stessa maniera, anche al gattino andrà proposta un’alternativa di gioco idonea!
In commercio non mancano lenze per gatti con finte prede, serpentelli, topini e tanto altro che ben si presta a simulare l’ agguato del nostro piccolo predatore alla preda posticcia in movimento.
Sempre graditi anche nastrini con o senza campanellino alla punta, palline ad hoc ( sono bandite biglie o altre sfere molto piccole ), peluche perché non contengano materiale pericoloso, soluzioni artigianali sicure.
Il gioco accompagna tutta la vita del gatto, seppur sempre in minor misura col passare del tempo. È quindi necessario stabilire un rapporto sano ed equilibrato anche in questo ambito così importante, senza rinunciare al divertimento e l ‘attività fisica prevista in questo momento di comunicazione esclusiva delle parti..
“Ho preso un gattino per il mio bambino” è di quanto più scorretto si possa fare per entrambi. Il gattino sarà manipolato più facilmente perché piccino, anche da un bambino di tre anni. Ne conseguirebbero incidenti, cadute, stress per l’ animale, errori comportamentali, reazioni aggressive, danni per entrambe le parti.
Un adulto saggio dovrebbe scegliere per il cane come per il gatto, un animale più adulto quanto più è piccolo il suo cucciolo d’ uomo per il bene di entrambi, educando il piccolo agli animali in modo sano e posato, lontano dallo stereotipo dell’ animale quale forma di intrattenimento.
Ma questa è un’ altra storia!
Per info 3384823874
